L'ultima lettera di Don Celestino ai parrocchiani


Per favore leggetela, perché è una lettera dedicata a tutti i parrocchiani, scritta dal nostro Parroco Don Celestino in persona per parlarci, anzi scriverci, l’ultima volta.

 

 

  

Carissimi fedeli di S. Gabriele

In Fonte Grande

 

Già da qualche tempo, fra una battuta e uno scherzo, vado dicendo che presto o tardi avrei lasciato la Parrocchia per dare spazio a qualche bravo e  giovane che vi aiuti a crescere nella fede: sono convinto infatti che con me purtroppo rischiate di fermarvi.

Ebbene! Questa volta vi dico sul serio: ho deciso di lasciarvi. Il 31 luglio ho finito il mio mandato di parroco ed ho chiesto al Vescovo di non rinnovarlo e di lasciarmi andare per il vostro bene. Perciò dalla settimana prossima (6 settembre) avrete un nuovo parroco, più giovane di me, con una grande esperienza, molto attivo e sorridente: è il prete giusto per voi, ascoltatelo, collaborate con lui, e la Parrocchia crescerà e sarà benedetta dal Signore.

Non vado via perché sono stanco, o perché deluso o perché arrabbiato con voi, ma unicamente perché vi voglio bene e sono consapevole che è giusto così per il mio e per il vostro bene.

In questi anni sono stato tra voi con tutte le  mie forze: ho spremuto al massimo le mie energie fisiche e spirituali, senza risparmiarmi, tenendo sempre per tutti le porte aperte, quindi non ho niente da rimproverarmi; spero di aver acceso il fuoco di Dio tra voi; ora è bene che qualcun altro insieme con voi lo faccia diventare incendio d’amore di Dio per la vostra salvezza.

Tuttavia non mi vanto di questo, sia perché ho fatto solo il mio dovere con l’aiuto di Dio; sia perché insieme a qualche pregio ho portato tra voi un mucchio di difetti che hanno fatto soffrire molti di voi (ai quali chiedo sinceramente perdono).

A questo punto mi rimane solo una preghiera da rivolgervi:

Dimenticatemi al più presto possibile, non confrontatemi mai con il nuovo parroco, né in bene né in male. Non parlate delle mie virtù, perché potrebbe imbarazzarlo; non parlate dei miei difetti per non metterlo a disagio, visto che già mi conosce.

Io ho fatto quello che ho potuto e come ho saputo, con le mie convinzioni e il  mio carattere, quello che verrà avrà il suo carattere e le sue capacità quindi agirà a modo suo. Il vostro compito perciò è solo quello di collaborare con lui, dimenticare me e stimare lui per quello che è e non per quello che sembra: dategli il tempo di farsi conoscere senza squalificarlo pregiudizialmente.

Non cercatemi: applicate il proverbio “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”.

Chiedo sinceramente perdono se ho fatto soffrire qualcuno! Non l’ho fatto con cattiveria, ma solo a causa delle mie debolezze; perdono di cuore se qualcuno mi ha fatto soffrire: sono certo che l’ha fatto senza cattiveria, anzi li ringrazio perché mi hanno aiutato a crescere nella carità!

Vado via sereno e tranquillo, senza rimpianti e senza nostalgie. Mi porto nel cuore solo due dispiaceri:

1)      Non sono riuscito ad avvicinare i nostri giovani: ho provato con tutte le mie forze, con la mano sempre tesa verso di loro, nella speranza che qualcuno l’afferrasse e cominciasse a mettere le basi per il futuro. È stato un vero peccato (è un grosso fallimento da parte mia) che ciò non sia avvenuto, perché in una Parrocchia giovane come questa avremmo potuto fare grandi cose.

2)      Non sono riuscito a smontare in alcuni di voi qualche pregiudizio nei miei confronti. A questi dico: non sono quel cattivo, severo e intrattabile che voi pensate! Se ho detto di no, l’ho fatto o perché la richiesta era ingiusta, o perché era una richiesta di privilegio: nella mia vita non ho mai usato due pesi e due misure, né nella mia vita privata, neppure nei confronti dei miei famigliari, nella convinzione che davanti a Dio siamo tutti uguali! Quel che non ho potuto concedere al povero non l’ho mai concesso al ricco o ad un amico. Andatevi a rileggere (l’ultimo numero dell’anno scorso del giornalino parrocchiale) l’articolo dal titolo “anch’io ho delle regole da rispettare!”

Questi, carissimi, sono i sentimenti e la coscienza che mi porto dentro: se ho fatto qualcosa di buono tra voi, ricordatelo per ringraziare Dio e metterlo in pratica senza parlarne con nessuno; se ho fatto qualcosa di male, avendolo fatto in buona fede, ricordatelo e pregate molto affinché il Signore abbia pietà di me.

Vado via sereno, nella convinzione assoluta di aver fatto il mio dovere, di avervi dedicato tutto il mio tempo, la mia disponibilità (chi ha voluto cercarmi mi ha sempre trovato a tutte le ore del giorno e della notte) è bastato solo avere il coraggio di varcare la soglia per scoprire che dietro una scorza c’era un cuore.

Vi saluto con grande affetto e la mia più grande gioia sarà quella di sapere che i parrocchiani di S. Gabriele, sono cristiani doc, convinti, praticanti ed uniti nel Signore: collaborate ed amate il vostro parroco come avete fatto con me, anzi più ancora di come avete fatto con me.

Saluto ed abbraccio i vostri malati, i vostri bambini, i vostri anziani, i ragazzi e le educatrici dell’ACR, i ragazzi degli scout e i loro capi; insomma saluto tutti e ognuno di voi: vi chiedo solo in cambio, di pregare per la salvezza della mia anima.

Dio vi benedica.

 

Sac. A. Celestino Verna

 

Fonte Grande 25/8/2009